L'emergenza educativa c'interpella
Si parla ormai ovunque di emergenza educativa, facendo riferimento soprattutto all'attuale condizione dei giovani. Ciò interpella anche la congregazione religiosa delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù e la Famiglia ACJ.
Il card. Caffarra, arcivescovo di Bologna, in una visita alle universitarie della nostra residenza di Bologna, ebbe a dire: "Poveri giovani, che brutto mondo gli abbiamo fatto trovare!".
Oggi la vita è segnata da una grandissima frammentazione ed è caratterizzata anche da una forte pressione ad essere sempre competitivi e vincenti. I ritmi di crescita a cui sottoponiamo i nostri ragazzi sono frenetici, rapidissimi e pieni di stimoli: computer, lingue, sport, musica, danza... in dosi massicce e fin dalla prima infanzia.
Corrono, corrono, sono stanchi, non hanno tempo. Sono come la frutta di serra che si trova fuori stagione: bellissima, ma senza sapore. Un sapore che è dato dalla crescita lenta e dall'esposizione al sole.
Crescono bersagliati da stimoli, senza però avere il tempo della comprensione, dell'interiorizzazione, della maturazione. Non hanno contatto con i propri sentimenti, che non sanno più leggere e interpretare.
E si ritrovano in una grande confusione senza sapere che farne. Vagano senza punti di riferimento, né interni, né esterni.
Tutto questo rallenta la strutturazione della propria identità e genera una profonda insicurezza.
Per questo i nostri giovani sono così ansiosi e non sono infrequenti gli attacchi di panico, perché il futuro li spaventa e la necessità di operare delle scelte pesa come un macigno sulla loro fragile personalità. L'alternativa è evadere il problema omologandosi a tutti quegli atteggiamenti superficiali e spavaldi che li fanno riconoscere almeno parte di un gruppo.
Questo purtroppo è un quadro generalizzato che tuttavia conosce delle eccezioni.
I ragazzi che hanno alle spalle una famiglia capace di prendersi cura, in cui c'è dialogo e magari anche una visione trascendente, certamente si trovano più attrezzati ad affrontare il duro cammino della crescita umana, che comunque è sempre affascinante.
E questo fascino, se ne offre l'opportunità, viene riconosciuto dai giovani.
Potersi dire, dare nome al confuso mondo interiore, confrontarsi con altri, ricevere punti di riferimento chiari e saldi in base ai quali potersi orientare, sentirsi riconosciuti come realtà positiva... sono il terreno fertile in cui il giovane può ritrovare se stesso e appassionarsi alla meravigliosa avventura che è la vita, che così diventa ricca di senso e si apre allo stupore.
Ed è quello che il nostro carisma di riparazione è in grado di offrire.
Riconsegnare il giovane a se stesso e alla vita, aprendolo alla vita di grazia che è vita piena, umana proprio perché aperta al trascendente, che dà profondità e apertura al futuro, attraverso gli strumenti che ci vengono dalla tradizione egiziana, di cui condividiamo la spiritualità: il discernimento, l'accompagnamento spirituale, l'incontro con il Signore che si fa conoscere e si fa trovare nella meditazione della Parola.
Il nostro obiettivo non è fare affiliati alla Chiesa, ma ricostruire persone che possono operare scelte libere e responsabili, che siano attente al proprio mondo interiore, come anche al mondo in cui si vivono, popolato di tanti altri che, come loro, aspettano che qualcuno tenda loro la mano.
E lo facciamo cercando di ricostruire quel clima buono per la crescita umana che è dato dal sentirsi amati e amabili, liberi e felici di essere quel che si è, perché ci si riconosce dono di Dio. E' la pedagogia del cuore, che ci viene data dalla dimensione eucaristica del nostro carisma. Siamo Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, non possiamo non partecipare alla sua stessa passione per questi suoi figli più piccoli e che saranno gli adulti di domani.
Tiziana Petripaoli, acj