Basilica di San Pietro
Madre, che piazza quella di San Pietro, che facciata e che atrio!
Ma tutto mi sembrò nulla entrando nella Basilica. Che tempio, Madre! Non ho potuto fare a meno, entrando, di baciare il pavimento; mentre mi inoltravo, ringraziavo Dio che ci sono state epoche in cui qualcuno lo ha conosciuto e onorato come merita. [...]
Ma se tutto il tempio, nel suo insieme, mi suscitò meraviglia, non mi rallegrò meno, nell'andare a prendere l'acqua benedetta, vedere sopra quella meravigliosa acquasantiera, la nostra compatriota, Santa Teresa di Gesù, molto bella e maestosa, in marmo bianco, tanto bella da sembrare scolpita in legno.
Dopo visitai l'altare della confessione di San Pietro, cioè il suo sepolcro: indescrivibile, come ogni parte della Basilica, illuminato tutto intorno da innumerevoli luci. Lì ho pregato per tutte e per ognuna della Congregazione, per tutti gli amici e benefattori e dissi al Santo Apostolo che siamo tutti suoi figli e che siamo disposti a morire piuttosto che rinunciare a essere suoi. [...]
Anche per tutti loro abbiamo baciato il piede della statua di bronzo che c'è di fianco, per professare la fede come prima l'avevamo fatto davanti al suo sepolcro.
Poi abbiamo fatto la comunione nella Cappella del Santissimo della stessa Basilica, che è splendida, come tutto il resto, molto frequentata; alla fine abbiamo partecipato ad una magnifica Messa cantata, il pontificale: con assistenza di molti Vescovi, canonici, ministri, ecc. , tutto con grande rispetto e devozione. La parte musicale era stupenda, con il resto lì: che voci! Insomma, quasi degna del Degno.
cfr. Lettere - Roma, 11 maggio 1890