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Caterina ROCCHI, acj

"Ho udito e ripetuto spesso che la giovinezza non è solo una questione di età, ma è prima di tutto una qualità dello spirito. Suor Caterina, è la dimostrazione lampante di quanto ho detto. Il Signore l'ha chiamata a sé quando stava per compiere i cento anni. Ha trascorso gli ultimi, inchiodata su un letto lontano dal mio sguardo, ma è stata fino alla fine di una freschezza meravigliosa. Gli occhi lampeggiavano. Il sorriso fioriva sulle sue labbra, con frammenti poetici esprimeva liricamente la sua gioia di vivere. Era sempre protesa in avanti e assetata di conoscere cose nuove. Per chi è giovane nel cuore, la vita rimane sempre, nonostante tutto, una bella avventura. [...] C'è un segreto che ha trasfigurato queste qualità umane: la sua fede viva, una totale adesione a Cristo".

Sono frasi scritte nel giugno 1994 dall'allora Arcivescovo di Bari-Bitonto S.E. Mons. Mariano Magrassi, in ricordo dell'Ancella che fu presente sin dagli inizi nel Centro Diocesano di Spiritualità "Oasi Santa Maria", in Cassano Murge (BA). A quelle frasi vogliamo accostare, in questa nostra narrazione, alcuni paragrafi "graffiati" dalla lettera edificante scritta il 3 Maggio 1994 dalla Superiora Provinciale del tempo, Madre Anna Maria Gambino, ricordando che l'elogio della creatura vissuta dell'Amore e per lAmore di Dio, va a lode di Lui stesso.

Quasi cento anni di vita - era nata il 6 giugno 1894 - di cui settantacinque vissuti da Ancella e ben cinque di questi accanto alla fondatrice Santa Raffaella Maria. Con un sorriso sornione e birichino, raccontava spesso, che quando nel lontano 1919 entrò in Congregazione, i medici le dissero che lei la vita religiosa equivaleva ad un vero suicidio, data la poca salute di cui godeva. Sorrideva furbescamente Caterina ... i progetti di Dio non sono certo quelli dell'uomo.

Gesù, fu davvero l'unico grande Amore della sua vita, il padrone del suo cuore, anche se la sua ricca affettività la portava a dare amicizia ad ogni persona che le passava accanto. Con il suo poetare - ma la vera poesia era il suo cuore - Caterina un giorno scriveva:

Quanto fai e quanto provi
nulla o poco per sè vale
se ti fermi al contingente;
ma se cerchi l'essenziale che è
Amare Dio incessantemente
ed in Lui ogni mortale
quanto fai e quanto provi
ha un valore senza uguale!

 

Amare Dio, amare con il cuore di Dio, amare in Dio: erano questi i temi di fondo di ogni sua conversazione. Realmente Caterina fu testimone dell'Amore, testimone della bellezza di una vita consacrata totalmente all'Amore. Visse in pienezza il carisma dell'Istituto, anche quando per eventi storici, permessi certo dalla Provvidenza, ne sentì vacillare gli elementi essenziali e costitutivi; lo seppe trasmettere "integro" alle novizie negli anni in cui fu formatrice.
Parole di fede fluivano spontanee dalle sue labbra, comunicava senza condizionamenti Dio, sua unica ricchezza, perché fosse conosciuto e amato da tutti. Come non ricordare l'episodio di Valperga, durante la seconda guerra mondiale, quando Sr. Caterina era Superiora Provinciale. Dal diario della casa leggiamo:

 

"... le sirene annunciano continuamente l'allarme, i bombardamenti e le raffiche delle mitragliatrici sono all'ordine del giorno, così come frequenti sono le visite dei partigiani che cercano rifugio o le ispezioni dei cosiddetti repubblicani alla loro ricerca. Caterina prega e fa pregare , le parole della novena irresistibile si alternano alla preghiera di accettazione della buona morte. Durante una di queste visite i soldati, armati di fucile, frugano dappertutto, poi si recano in terrazza: osservano da strateghi ed eclamano: "Che bel panorama". Poi uno aggiunge: "Non avevo mai visto un convento". La Madre Provinciale prende la palla al balzo e fa notare che non senza uno scopo la Madonna li ha fatti capitare qua e continuando a parlare ricorda loro le preghiere che sicuramente hanno imparato da bambini e li esorta ad essere buoni, sempre più buoni. Poi regala delle immaginette e dei "Fermati" che essa stessa, con uno spillo appunta sulla loro giacca... poi parla loro della nostra vita di sacrificio e di preghiere per tutti... ".

E' incredibile quello che può operare l'amore e come possa trasformare la creatura debole e paurosa in una persona forte e piena di coraggio che non vede ostacoli, purchè Dio sia predicato.

Vederla in Chiesa, inginocchiata davanti all'Eucaristia, destava la fede degli altri ed era tanta la sua trasparenza del suo contemplare e del suo adorare, che diventava contagiosa con la sua gioia e la sua pace: questo il ricordo, unito all'accoglienza specie nel ventennio trascorso a Cassano delle Murge a Bari.

Negli ultimi tre anni, vissuti a Roma, pur non avendo potuto comunicare con la parola, la dolcezza e la tenerezza del suo sorriso erano, per quanti le facevano visita o l'assistevano, la trasparenza dell'amore di Dio, di quell'amore che desiderava incontrare.

Commentando l'Apocalisse aveva scritto:

"Tu non devi bussare, no, o Signore,
per accoglierti ognor la porta è aperta!
Puoi entrare in casa tua a tutte l'ore!
Io per scorgerti e aprir sto sempre all'erta
anche se un po' frugal la cena ho pronta,
con tanta gioia insiem la gusteremo."

 

In quel tardo pomeriggio del 20 Aprile 1994, mentre il suo respiro si faceva sempre più fioco, la Comunità riunita intorno a lei, cantava "Veni, sponsa Christi": alle ore 18.50 il canto gioioso del Magnificat si univa al suo ultimo respiro.